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Raw file

Raw, in inglese, significa grezzo, crudo, non elaborato.
Indica un insieme di dati salvati in un file che non ha alcun formato di archiviazione.

Nell'ambito della fotografia si parla di file raw nel caso di uno speciale formato di archiviazione, che per dei motivi, che vedremo tra un attimo, viene considerato grezzo.

Vediamo sommariamente come funziona una fotocamera digitale. All'interno di essa (al posto della pellicola nelle fotocamere analogiche) c'è un sensore che legge la scena attraverso l'obbiettivo. Il sensore non legge i colori ma la luminanza (che è la quantità di luce, in questo caso, riflessa) della scena. I colori sono dati da una serie di tre (a volte quattro) filtri di colore rosso, verde e blu.

Bayer patternLa superfice del sensore è costituita da una serie di photosite di forma quadrata, disposti in una griglia rettangolare uno accanto all'altro. Tale griglia, detta anche Color Filter Array (CFA) oppure "mosaico", alterna campioni di rosso, verde e blu secondo alcune disposizioni specifiche, la più nota delle quali viene chiamata Bayer pattern (vedi immagine), dal nome del suo inventore Bryce Bayer. I tre filtri sono disposti in modo da avere un uguale numero di photosite che catturerà luce di colore rosso, verde e blu. Quindi ogni photosite avrà un solo valore (o rosso, o verde, o blu). I pixel, che formano l'immagine, invece sono invece definiti da tre valori (rosso, verde, blu). Per questo motivo il file creato dalla fotocamera si chiama raw, cioè grezzo. Perchè ha bisogno di una ulteriore elaborazione per essere archiviato nel formato jpg, o tiff, o bmp ecc.

Questa operazione si chiama demosaicizzazione e serve a calcolare le due componenti RGB per ogni pixel, non lette dai singoli photosite. Questo consente quindi di agire sul bilanciamento del bianco, sull'esposizione e su altri parametri che possono quindi essere variati. E' possibile, ad esempio scattare in luce ambiente e subito dopo in luce artificiale, mentre una volta si montavano pellicole progettate per diverse fonti luminose. Inoltre è possibile agire sulla luminosità, sulla tonalità, come una volta si faceva in camera oscura.

Per dei motivi che non hanno nulla a che vedere con la tecnica fotografica ma soltanto con il marketing, ogni fotocamera di ogni casa costruttrice (a volte anche modelli diversi della stessa casa) produce file raw proprietari diversi e, nonostante svariati tentativi, non è stato mai possibile unificare il formato raw, come invece tecnicamente è possibile.

Immaginiamo il seguente scenario.
Recuperiamo il nostro archivio di pellicole, troviamo il negativo o la dia che ci interessa, e ci accorgiamo che è diventato opaco. L'immagine è scomparsa o diventata inaccessibile. Abbiamo ancora la pellicola che era stata messa in macchina, ma l'immagine in sé non è più accessibile.

Cosa può essere successo ?
Bene, pensate se la risposta fosse che l'azienda che aveva prodotto la pellicola l'aveva fabbricata in modo che potesse essere utilizzata con un solo tipo di ingranditore, che poi è uscito di produzione e non è più disponibile. O che le proprietà chimiche dei pigmenti utilizzati per le pellicole fossero state tali da poter generare immagini solo su carte fotografiche con gli stessi pigmenti fabbricate dalla stessa azienda; ma, ahimè, quell'azienda è fallita.

Inaccettabile, ma è esattamente la situazione che dobbiamo fronteggiare oggi con i raw files delle nostre fotocamere digitali: l'immagine che ho scattato, sulla quale posso esercitare diritti di copyright, in pratica non è nella mia intera disponibilità.

Una soluzione può essere quella di convertire i propri file RAW in file DNG, che è un formato di file RAW aperto creato da Adobe.
Tutti i file RAW di qualsiasi casa produttrice di fotocamere possono essere convertiti in DNG, per l'archiviazione e l'accesso futuro, con un programma di conversione distribuito gratuitamente sempre da Adobe. Naturalmente i file DNG sono modificabili con Photoshop, Lightroom, ecc.

Il Sito Open Raw pubblica, in inglese, una dettagliata documentazione sulla situazione e un forum di discussione sull'argomento.

L' immagine presente in questo articolo, di Colin M.L. Burnett, è licenziata in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

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La fotografia è l’annuncio di qualcosa di nuovo che sta arrivando, qualcosa che non si porrà più il problema di essere consacrato come artistico.
Essa si trova ad essere l’ultima delle forme di espressione dotata di corpo tangibile.
La fotografia è il primo passo per la distruzione del’oggetto artistico attraverso la moltiplicazione, la dispersione (i giornali, i libri ecc.) fino all’immagine elettronica che non ha corpo.